Voghera, “città di frontiera”
Iniziate il vostro viaggio uscendo al Casello Casei Gerola dell’Autostrada A7 (Milano-Genova) oppure al Casello Voghera dell’Autostrada A21 (Torino-Piacenza) per una visita alla città di Voghera. La zona della città fu abitata anticamente dai Liguri Iriati e vide nascere un centro abitato chiamato al tempo dei Romani Iria, diventato nel VI secolo “Vicus Iriae, volgarizzato in “Viqueria”, da cui poi Voghera. La cittadina al tempo dei Longobardi, per la vicinanza della capitale Pavia, si ingrandì e si fortificò. Successivamente Voghera assunse un ruolo commerciale importante perché si trovava alla confluenza di due vie di scambio Torino-Piacenza e Milano-Genova, quest’ultima detta anche “via del sale”, prodotto proveniente dalla Liguria. Dopo un breve periodo di “libero comune” Voghera nel 1358 passò sotto il dominio dei Visconti di Milano che fecero costruire mura di difesa e il castello. La città rimase sottomessa a Milano anche sotto gli Sforza e gli Spagnoli fino al 1743 quando diventò parte del Regno di Sardegna dei Savoia che la tennero fino all’Unità d’Italia del 1861. Monumenti significativi di Voghera sono il Duomo del Seicento, Palazzo Gounela (attuale sede del Municipio) e il Castello Visconteo del XIV secolo. Conclusa la visita uscite dalla città ed inseritevi sulla SS 10 (Padana Inferiore) per recarvi alla città di Casteggio.
Casteggio, la “città delle battaglie”
La città di Casteggio fu fondata e abitata da una popolazione ligure, i Marici, fin dal secolo VI a.C. Nel 223 a.C. i Romani convinsero i Marici ad una alleanza di difesa e quando nel 222 i Celti Insubri cercarono di invadere la zona i Romani accorsero e sconfissero gli Insubri nella famosa battaglia di Casteggio e il console Marco Claudio Marcello uccise in duello il capo nemico Virdumaro. Dopo quella battaglia i Romani sottomisero gli Insubri e conquistarono la città di Milano. Nel 218 a.C. Annibale sconfisse i Romani nella battaglia del Ticino, che secondo lo storico Cornelio Nepote si combatté proprio a Casteggio. La città in seguito fu sempre legata a Piacenza per rapporti commerciali e di governo anche dopo la caduta dell’Impero Romano. Per volontà dell’Imperatore Federico Barbarossa essa fu sottomessa a Pavia, ma poi diventò città libera e sede del Capitano, che governava tutto l’Oltrepò, fino al secolo XV. Gli Sforza di Milano fecero diventare Casteggio feudo che passò a diverse famiglie nobili come i Simonetta, i Bentivoglio e i Del Carretto. Nel 1743 la zona fu assegnata ai Savoia che crearono la provincia di Oltrepò con capoluogo Voghera e di essa fece parte anche Casteggio. A 4 chilometri da Casteggio si trova Montebello della Battaglia dove furono combattute due celebri battaglie: il 9 giugno 1800 i Francesi di Napoleone sconfissero gli Austriaci e il 20 maggio 1859 la coalizione francese-piemontese sconfisse l’esercito austriaco. Monumento interessante di Casteggio è la Chiesa di San Pietro Martire. Conclusa la visita riprendete la SS 10 per recarvi a Stradella presso l’Azienda Vinicola Paravella.
Storia del vino Bonarda
Alla base del vino Bonarda vi sono le uve del vitigno Croatina, ma questo vitigno in Oltrepò è sempre stato chiamato Bonarda e perciò si è sempre creata confusione tra i due nomi, quindi si dovrebbe distinguere usando Croatina per il vitigno e Bonarda per il vino: insomma due nomi per lo stesso vino. Questo vitigno veniva coltivato da tanto tempo nell’Oltrepò ma compare nei documenti alla metà dell’Ottocento. Trascurato in precedenza ha assunto un ruolo importante nella produzione vinicola dell’Oltrepò grazie alle moderne tecniche di coltivazione e di vinificazione. Le caratteristiche dei terreni della zona del Bonarda sono di origine sedimentaria con prevalenza argillosa nella parte bassa delle colline e di gesso nella parte alta di esse. Le zone di produzione sono i terreni dei comuni di Casteggio, Broni, Stradella, Montalto Pavese, Canneto Pavese e Santa Maria della Versa. Si trovano un tipo di Bonarda leggermente frizzante e una versione di vino fermo e secco che meglio si presta ai vari usi.
Caratteristiche del vino Bonarda
Il vino si ottiene da uve del vitigno Croatina (85%) e da uve a bacca rossa della zona dell’Oltrepò (15%), come Barbera. La fermentazione e l ‘affinamento avviene in vasche di acciaio o di vetroresina e l’imbottigliamento si effettua circa sei mesi dopo la vendemmia: è questo un vino che va bevuto giovane. Il Bonarda ha un colore rosso rubino profondo, un profumo forte, deciso e vinoso, un gusto piacevole che richiama sapore di frutta specie la mandorla amara. Deve avere una gradazione minima di 11 gradi ma si trova in commercio con 12,5/14 gradi. Può essere invecchiato per 3-4 anni.
Abbinamenti
Il Bonarda è un vino che si presta all’abbinamento con numerosi piatti. Esso valorizza i salumi, come la famosa coppa di Piacenza, i formaggi stagionati, carni bianche e rosse, come arrosti e brasati. E’ un vino che si accompagna bene con un piatto tipico milanese, come la “casoeula”.
Storia dell’Azienda vinicola Paravella
Il fondatore dell’Azienda fu, all’inizio del Novecento. Peppino Paravella, che in zona Cassinello del Comune di Stradella, iniziò a coltivare vitigni per produrre vini tipici dell’Oltrepò. Stradella aveva una lunga tradizione vinicola che spinse il signor Peppino ad impegnarsi in un’attività che ben sfruttava un territorio ricco di potenzialità enologiche. L’azienda poi passò al figlio Clementino che, con l’aiuto dei figli Matteo e Nicolò, ingrandì la proprietà di vigneto e utilizzò le nuove tecniche di vinificazione per ottenere un prodotto di qualità. La produzione dell’azienda abbraccia i vini tipici dell’Oltrepò, cioè oltre al Bonarda (o come dicono alcuni la Bonarda) anche il Buttafuoco, il Sangue di Giuda e il Pinot nero. L’Azienda Paravella si impegna anche in un’attività importante di accoglienza nella propria sede organizzando visite di degustazione per far conoscere l’eccellenza dei propri vino, soprattutto del Bonarda. Potete anche voi sfruttare questa opportunità prenotando per tempo una visita di degustazione.